Il Rito per il Possesso dei Gestori della Confraternita

Si è svolto domenica alle ore 9,30 presso la nostra parrocchia il rito per il possesso dei gestori. Dopo l'omelia il sacerdote invita i nuovi gestori all'altare ad iniziare del Superiore neo-eletta  Giuseppa Miceli alla quale, dopo aver accettato l'incarico, le viene consegnato il Crocifisso affinché con la sua grazia possa realizzare i suoi fini, a gloria di Dio e per il maggior bene spirituale di tutti i Confrati; segue poi il 1° Congiunto Giuseppe Matera al quale viene consegnato il libro dello Statuto affinché coadiuva con l'aiuto di Dio, il Superiore nel governo della Confraternita e sia con l'esempio guida per i Confratelli, al 2° Congiunto Franca Basso viene consegnata la campana ed anche lei si impegna a coadiuvare il Superiore nel governo della Confraternita ed essere l'esempio giuda dei Confrati; si conclude infine con il giuramento del Cassiere Paolo Messina il quale accetta l'incarico e promette con la grazia di Dio di servire i Confratelli nell'esatta e scrupolosa amministrazione dei beni della Confraternita stessa. 

Altri membri del Consiglio della Confraternita sono: 

Fabrizio Giuffrè - Segretario
Luigia La Fiura - Maestra dei Novizi
Giusi Siino - Prefetto di Sacrestia
Gabriella Caruso - Consigliere
Valentina Cordaro - Consigliere
Cecilia Scimone - Consigliere
Rosi Fasone - Consigliere
Ignazio Culella - Consigliere
Ino Martorana - Consigliere

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Carità

"La Carità. E’ la nota distintiva dei cristiani, come disse lo stesso Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35). E prima di essere sentimento, affetto, elemosina, solidarietà, la carità è un esodo, è un “uscire da sé per andare verso l’altro”. Benedetto XVI nella sua prima enciclica così scrive: “L’amore è «estasi», ma estasi non nel senso di un momento di ebbrezza, ma estasi come cammino, come esodo permanente dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé…”. Prima di cominciare a fare qualche cosa per gli altri, dobbiamo uscire da noi stessi, impegnandoci ogni giorno, con la Grazia di Dio che riceviamo nei Sacramenti e che imploriamo attraverso la preghiera, a debellare il nostro egoismo. E prima ancora di “andare verso l’altro” con la a minuscola, dobbiamo andare verso l’Altro, il Primo e l’Ultimo, il Principio e il Fine di tutto il nostro essere e il nostro operare" (Dalla lettera pastorale "Ecclesia et Domus Ecclesiae"). "Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità. Spiritualità della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto. Spiritualità della comunione significa inoltre capacità di sentire il fratello di fede nell’unità profonda del Corpo mistico, dunque, come «uno che mi appartiene», per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire i suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e propria amicizia. Spiritualità della comunione è pure capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c’è nell’altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio: un «dono per me», oltre che per il fratello che lo ha direttamente ricevuto. Spiritualità della comunione è infine saper «fare spazio» al fratello, «portando i pesi gli uni degli altri» (Gal 6, 2) e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita" (Dalla Esortazione post giubilare "Novo millennio ineunte", n. 43 di G. Paolo II)

madreteresa

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